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Ritorno al nome originario!

Questo testo è inviato alla cortese attenzione del Sindaco ed è una richiesta per "ritornare all'antico nome del comune".
Non sto a dilungarmi sulle note vicende che portarono con "servilismo" (come nella storia di Salvia scritta nelle pagine del comune è correttamente riportato) a mutare lo storico nome del comune da lei amministrato, ma vado direttamente a formulare la richiesta di ripristino dell'antico nome.
Non trova anacronistico mantenere attiva una decisione che fu inopportuna allora, che non rende onore al comune e anzi nega il dovuto rispetto a Giovanni Passannante che scelse di compiere l'atto per amore della libertà?
Ci si potrebbe opporre a tale atto dovuto facendo notare che Passannante attentò alla vita del legittimo sovrano d'Italia, anche se sappiamo che tale atto sarebbe stato impossibile sia per la conformazione fisica del Passannante, sia per l'arma utilizzata (un coltello da frutta), sia dai verbali degli interrogatori dove risultò che Giovanni Passannante voleva compiere un gesto simbolico, "sfregiare il re". E questo volendo tacere di quali furono i motivi che portarono il giovane lucano a esporsi in un'azione che avrebbe potuto costargli la vita (e lui ne era consapevole).
Spinti da considerazioni morali si potrebbe addurre che resta un gesto esecrabile, ma esecrabile si rivelò allora anche la figura del sovrano che non solo tollerò (se non addirittura permise) l'inumano trattamento a cui fu sottoposto Passannante, ma divenne anche uno dei principali artefici di quella politica repressiva che culminò nei tragici fatti di Milano del 1898. Tutti sappiamo quali anni furono quelli per l'Italia e non possiamo non considerare la colpevolezza di un re che non solo tollerò governi liberticidi, ma li favorì e arrivò a premiare alcuni dei carnefici che attuarono le terribili repressioni (la medaglia d'ora appuntata a Bava Beccaris è solo il più noto dei fatti che sottolineano come il cosiddetto re buono fosse tutt'altro che democratico).
Certo sono vicende di tanti anni fa e su di esse gli storici hanno espresso il loro giudizio.
D'altronde giova ricordare che il trattamento riservato a Passannate è iniquo anche per le palesi contraddizioni di giudizio riservate ad altri attentatori, i libri di storia glorificano Felice Orsini, Guglielmo Oberdan, persino Gavrilo Princip (e l'elenco potrebbe continuare), mentre il povero cuoco lucano (che pure fu onorato da Garibaldi) è stato prima offeso e disconosciuto dai suoi stessi concittadini e poi dimenticato, posto nei fatti secondari della storia.
Non solo il suo corpo fu decapitato, il suo cranio e il suo cervello analizzati ed esposti con la giustificazione di una pseudoscienza che pretendeva di dividere gli uomini solo basandosi sull'aspetto fisico, e lei sa che ci volle un intervento ministeriale per porre fine a tale vergogna, e in tempi recenti.
So che ora i resti di Giovanni Passannante riposano nel cimitero del suo paese, ma non suona contradditorio e ulteriore sfregio questo persistere nel mantenere un nome che non ha valore storico? Che fu imposto per opportunismo o peggio?
La storia ha dato ragione a Giovanni Passannante, che fu più forte di chi lo voleva annullare, di chi esprimeva sentenze sul pericolo di fornire cultura al popolo, di chi diceva che l'aver imparato da solo a leggere e scrivere era la prova dell'inettitudine alla cultura da parte dei popolani (in particolare se meridionali). Tali sconcezze sono state superate, poniamo fine anche alla mancanza più grande e rendiamo onore ai Salviesi (per fortuna non diventati savoiardi) ripristinando ciò che la storia aveva determinato.
In tempi come questi dove si depriva la cultura, dove si cerca di mutare la storia, dove si impoveriscono le risorse scolastiche sarebbe un gesto coraggioso e avrebbe una valenza morale di altissimo livello, sorpassando di gran lunga il fatto di essere un semplice gesto dovuto.
In attesa di risposta
saluto
Edgardo Rossi
docente di filosofia presso l'Istituto d'Istruzione Superiore Volta di Alessandria

Autore: Edgardo Rossi

 

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